VIVERE LA MONTAGNA
Consorzio Tutela Proprietari Edifici Sparsi nel Parco Nazionale dello Stelvio
Guido Moretti
VIVERE LA MONTAGNA
Trento 1996
Pagine: 132
N. illustrazioni: 85
Formato: 210X297
Sviluppare nuove forme di attività che permettano di lavorare in montagna vivendo in montagna e quindi di non abbandonarla, certo non è impresa facile, ma è uno sforzo che nasce da un profondo attaccamento alle proprie origini, alla propria terra e al proprio ambiente. Rimanere in montagna, infatti, significa soprattutto impegnarsi a conservare il territorio di montagna, arginando, almeno dove possibile, 1’inevitabile degrado conseguente all’abbandono della popolazione, principalmente giovane, che spesso si trasferisce nei centri urbani alla ricerca di attività più "comode" (e forse anche più remunerative) di quelle che si possono svolgere in montagna. Indubbiamente lavorare in montagna richiede fatica, duro lavoro e molta dedizione, ma la montagna è sempre stata generosa con 1’uomo, tanto che questi, in molti casi, ne ha sfruttato incondizionatamente le risorse senza preoccuparsi delle conseguenze, ed è per questo che oggi ci si sta accorgendo che la montagna va protetta. E proteggerla non significa solo non abbandonarla, ma anche e soprattutto trovare forme di attività che siano compatibili con la salvaguardia dell'ambiente e del territorio, oltre che remunerative. È proprio in questo senso che si è impegnata la cooperativa "Consorzio Tutela Proprietari Edifici Sparsi nel Parco Nazionale dello Stelvio" con il progetto "Vivere la Montagna", un progetto che prevede il recupero architettonico-ambientale di determinate zone delle valli di Pejo e Rabbi ai fini di una valorizzazione anche in ambito turistico, sviluppando però forme di turismo alternativo, che siano innanzitutto ecocompatibili e che abbiano quale protagonista principale la montagna, con il suo patrimonio naturale e la storia, le tradizioni, la cultura delle sue genti.
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